Sam Samore USA, 1953

Panoramica

Sam Samore è nato nel 1953 ad Ann Arbor, USA) e vive e lavora tra New York, Parigi e Bangkok. Considerato un pioniere della fotografia concettuale su larga scala dagli anni ’80, Samore è un artista poliedrico, narratore e poeta, il cui lavoro esplora temi come la bellezza, il mito, il voyeurismo e il dramma esistenziale.

Sam Samore è noto per le sue enigmatiche immagini di volti anonimi e per la sua fotografia post-concettuale su larga scala. Il suo stile distintivo si caratterizza per fotografie ravvicinate, in bianco e nero o a colori, di volti anonimi, labbra o occhi, che evocano un senso di misticismo ultraterreno. Attraverso l'uso di una messa a fuoco sfocata e una grana marcata, intensifica l'astrazione delle sue opere, esplorando temi di dislocazione psicologica, spaziale e tematica. Questo approccio riflette la sua più ampia ricerca sulle sfide del postmoderno, in cui il concetto di "sé" diventa fluido e non più fisso o chiaramente definito.

Profondamente influenzato dalle fiabe della sua infanzia, Samore attinge sia all’esperienza conscia sia a quella inconscia, esplorando emozioni e temi universali come l’amore, la morte e la bellezza. Serie emblematiche come “Allegories of Beauty (Incomplete)” degli anni ’90 e “Situations” degli anni ’80 rappresentano narrazioni frammentate e poetiche che sfidano le convenzioni del racconto tradizionale. Attraverso la tecnica del "cinemascope", Samore mette in scena situazioni macabre e cinematografiche, spesso interpretando sia il ruolo di regista che di attore, per esaminare la psicologia dell’anti-eroe e la discontinuità dell’identità, utilizzando frequentemente il volto come maschera. L'opera di Samore include una varietà di media, tra cui installazioni basate su testi, opere sonore e video. Le sue opere spesso attingono dalla tradizione letteraria, dai miti o dall'estetica della Nouvelle Vague, con una qualità narrativa distintiva che richiama i storyboard cinematografici e le fiabe.

Le sue composizioni uniscono influenze cinematografiche, come quelle di Ingmar Bergman e Jean-Luc Godard, con l’intensità pittorica del chiaroscuro caravaggesco e palette di colori vicine al fauvismo. Il suo lavoro si colloca tra pittura e cinema, dando priorità alla narrazione, allo sviluppo dei personaggi e alla sospensione dell’incredulità. Le opere più recenti combinano una vivida saturazione cromatica con un senso di distacco e quiete interiore, alternando momenti di agitazione cinetica a stati di contemplazione. Caratteristica distintiva dell’intera produzione di Samore è la sua capacità di creare opere ipnotiche e volutamente incomplete, invitando lo spettatore a soffermarsi e a riflettere personalmente.

 

A partire dagli anni ’90, Samore ha esposto in prestigiose istituzioni internazionali, tra cui la Kunsthalle di Zurigo, la Fondation Cartier di Parigi, il MoMA PS1 di New York, il Casino Luxembourg e De Appel ad Amsterdam. Tra le sue mostre personali più recenti si segnalano quelle alla Galerie Gisela Capitain di Colonia (2015), Capitain-Petzel a Berlino (2012) e D’Amelio Terras a New York (2011). I suoi film sono stati proiettati in sedi come il Rockbund Museum di Shanghai, l’Anthology Film Archives di New York e il Festival di Locarno. Tra le opere più celebri figurano The Suicidist (1973), Situations (anni ’80), Allegories of Beauty (Incomplete) (anni ’90) e Scenarios (2007). Samore ha inoltre pubblicato quattro raccolte di racconti brevi, confermando il suo profondo interesse per la narrazione, il mito e la psiche umana.

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