Per la mostra Coppers, presso l’Ex Oratorio di San Lupo in collaborazione con la Fondazione Adriano Bernareggi, saranno invece presentati per la prima volta sette grandi opere su rame.
La nascita di questa serie avviene nel corso degli anni Ottanta, quando Novros iniziò a focalizzare la sua ricerca sull’arte Bizantina e Paleocristiana, ricercando in entrambe forme e tipologie primarie peculiari ed assimilandone il fascino per le architetture, i rilievi scultorei, l’uso dei materiali e colori come l’oro ed il rame e le pitture smaltate.
In Coppers riaffiora tutto un mondo altomedievale, dove i riferimenti si fanno espliciti; da l’Evangeliario di Teodolinda, nota opera di oreficeria e toreutica longobarda, alle fibule in bronzo fuso e cesellato, fino alla grande Pala d’Oro, paliotto in oro, argento, smalti e pietre preziose, della Basilica di San Marco.
L’idea di Novros è di ricreare a San Lupo una proprio cappella con una specifica storia ed identificazione, richiamando la celebre Cappella di Rothko a Houston. Diversamente da quest’ultima, concepita come luogo sacro per individui di qualsiasi religione, la chiesa di Novros è uno spazio, intimo e privato, luogo dedito alla celebrazione del repertorio culturale che ha segnato la sua poetica. La sua arte, così legata alla spiritualità e allo spiritualismo medievale, trova finalmente casa in un luogo naturale dei suoi lavori.