Per la mostra Portable Murals, presso la galleria Thomas Brambilla, saranno esposte quattro grandi iconiche tele modulari e quattro disegni preparatori, che al meglio esprimono la poetica dell’artista.
Le monocromatiche ed irregolari tele di Novros sono difatti composte da svariati e spessi strati di pittura acrilica e pigmenti smaltati di Murano, i quali rendono le tele lucenti e incoraggiano un’esperienza visiva cinestetica attraverso la risposta della superficie al cambiamento di luce.
Come spesso ribadito dallo stesso Novros, il suo lavoro è fortemente influenzato da vasta verietà di fonti storico-artistiche; dalle pitture rupestri del Paleolitico, ai mosaici Bizantini e all’oreficeria Longobarda, alla tradizione dei grandi affreschi italiani, fino ai dipinti murali in grande scala di Barnett Newmann e Mark Rothko. Questi specifici riferimenti spinsero l’artista ad avvicinarsi alla pratica dell’affresco e ai dipinti murali, portandolo a scelte cromatiche tipiche dei colori aridi e puri degli affreschi rinascimentali.
Novros aspirava inoltre a creare un’opera che potesse andare oltre lo spazio pittorico interno della tela, al fine di coinvolgere il suo contesto architettonico circostante. L’artista ideò così quelle che lui definisce “portable walls” o muri/affreschi portatili, ovvero tele formate da più pannelli geometrici ed irregolari e grandi spazi vuoti, i quali mostrano la parete sottostante e creano così degli spazi fisici negativi. Queste opere rivoluzionarie influenzarono a loro volta diversi altri artisti contemporanei, ed in particolare l’amico e collega Brice Marden con la serie di tele degli anni Settanta.
Tuttavia, a differenza di altri artisti che utilizzavano tele sagomate e irregolari, il lavoro di Novros enfatizza maggiormente il punto di incontro critico fra la tele ed il muro, come se i suoi dipinti fossero estensioni delle pareti stesse.