L’idea di una fine imminente e totale accompagna l’umanità fin da sempre. Il periodo storico che abbiamo vissuto (e stiamo vivendo), soprattutto nella prima fase di totale incertezza su quello che sarebbe successo con l’arrivo della Pandemia da Covid, hanno portato a riflettere sulla fine e, di conseguenza, sulla vita e su come vogliamo continuare a viverla. Inizialmente prevista per l’inizio del 2020 e rimandata in seguito alle misure di contenimento per il virus, l’intervento ad opera dell’artista Erik Saglia (IT), che continua la programmazione culturale del Progetto Vetrina allo Spazio Lampo di Chiasso, aveva (e ha mantenuto) un titolo profetico. Un intervento che ha parlato allo stesso tempo di quanto abbiamo vissuto in quei mesi e, più in generale, del nostro rapporto con la realtà.
L’intervento site specific dell’artista Erik Saglia ha previsto la realizzazione di una serie di dipinti inediti che mescolano meticolosamente colore e pattern geometrici, continuando un discorso già intrapreso nelle sue precedenti mostre personali Odissea nella mia Stanza (Spazio Buonasera, Torino, 2016) e Pregenesi (Spazio Lancia, Torino, 2018). Questa volta, però, l’intervento artistico è stato pensato per confondersi e mascherarsi tra gli oggetti e gli arredi che rappresentano il molteplice volto dello spazio che lo ospita, un luogo di lavoro condiviso (al Lampo operano indipendenti nel campo del design, associazioni locali e piccoli imprenditori) che si apre alla contaminazione di idee ospitando una programmazione culturale, trasformandone la percezione anche agli occhi di chi lo vive e consuma ogni giorno.
È proprio con lo sconvolgimento che l’opera provoca entrando in punta di piedi nella quotidianità dello spazio, che si compie Una tranquilla Apocalisse, a cui Saglia ha fatto riferimento riportando alla base dei suoi quadri un’antica litografia di Giorgio De Chirico che ritrae un’ ordinata e composta fine del mondo.
L’intervento site specific dell’artista Erik Saglia ha previsto la realizzazione di una serie di dipinti inediti che mescolano meticolosamente colore e pattern geometrici, continuando un discorso già intrapreso nelle sue precedenti mostre personali Odissea nella mia Stanza (Spazio Buonasera, Torino, 2016) e Pregenesi (Spazio Lancia, Torino, 2018). Questa volta, però, l’intervento artistico è stato pensato per confondersi e mascherarsi tra gli oggetti e gli arredi che rappresentano il molteplice volto dello spazio che lo ospita, un luogo di lavoro condiviso (al Lampo operano indipendenti nel campo del design, associazioni locali e piccoli imprenditori) che si apre alla contaminazione di idee ospitando una programmazione culturale, trasformandone la percezione anche agli occhi di chi lo vive e consuma ogni giorno.
È proprio con lo sconvolgimento che l’opera provoca entrando in punta di piedi nella quotidianità dello spazio, che si compie Una tranquilla Apocalisse, a cui Saglia ha fatto riferimento riportando alla base dei suoi quadri un’antica litografia di Giorgio De Chirico che ritrae un’ ordinata e composta fine del mondo.
In questa immagine, che oggi acquista un nuovo e rinvigorito significato, la folla in impasse sembra offrire un ritratto dell'incredulità con cui abbiamo assistito agli effetti della pandemia sulla nostra normalità. Non diversi dai personaggi dell’Apocalisse, infatti, restammo ad osservare la stranezza e il fascino della catastrofe incombente e accogliemmo l’immobilità come occasione per riflettere su noi stessi e le nostre certezze, mentre, impreparati ad immaginare qualcosa di diverso, ancora aspettiamo il graduale ritorno del mondo che conoscevamo prima.
Settembre 5, 2020
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