Lynda Benglis group show "Stop Painting"

Fondazione Prada Palazzo Ca' Corner della Regina, Venice

"Stop Painting" è una mostra ideata dall'artista Peter Fischli e definita come "un caleidoscopio di gesti rifiutati". Il progetto esplora una serie di specifiche rotture nella storia della pittura degli ultimi 150 anni, intrecciate all'emergere di nuovi fattori sociali e valori culturali. La mostra intende anche comprendere se l'attuale rivoluzione digitale possa causare una nuova crisi della pittura o, al contrario, contribuire al suo rinnovamento. Fischli ha identificato cinque rotture radicali causate dai cambiamenti tecnologici e sociali che hanno segnato spostamenti di paradigma artistico attraverso il rifiuto e la reinvenzione della pittura.

La prima rottura è stata provocata dalla diffusione della fotografia. Come sottolineato da Rosalind Krauss, "La fotografia mette in discussione l'intero concetto di unicità dell'oggetto d'arte, l'originalità dell'autore... e l'individualità della cosiddetta auto-espressione." Questo è il motivo che ha portato il pittore Paul Delaroche a esclamare per la prima volta intorno al 1840 la famosa e scioccante frase: "da oggi, la pittura è morta". La seconda crisi è rappresentata dall'invenzione del ready-made e del collage che ha spinto la pittura a estendersi e "muoversi accanto a sé stessa nello spazio attraverso gli oggetti", come ha osservato David Joselit. La terza è stata provocata dal mettere in discussione l'idea di autorialità, o come definito da Roland Barthes nel 1968 "la morte dell'autore". In ogni caso, le questioni di autenticità e originalità erano state affrontate dagli artisti diversi anni prima. La quarta crisi può essere identificata con la critica della pittura come merce, a causa della sua mobilità, del suo valore simbolico e della sua facile conservazione, alla fine degli anni Sessanta. La quinta rottura si concentra sulla crisi della critica nella cosiddetta società capitalista avanzata, come formulato negli studi seminali di Luc Boltanski ed Eve Chiapello. "Fin dagli anni Ottanta l'idea di un'avanguardia è diventata obsoleta e si è dissolta e, ancora una volta, è stata proclamata la fine di una posizione critica nella pittura", come ha osservato Fischli.

L'artista ha concepito questa mostra divisa in 10 sezioni come una pluralità di diverse narrazioni raccontate da lui stesso in prima persona. Lo spettacolo inizia al piano terra di Ca’ Corner della Regina con un nuovo lavoro site-specific di Fischli che consiste in un modello in scala dell'intero progetto, definito dall'artista come "una scultura di una mostra di pittura".

"Stop Painting", che riunisce più di 110 opere d'arte di oltre 80 artisti, si sviluppa al primo piano di Ca’ Corner della Regina seguendo non un ordine cronologico, ma un approccio personale e idiosincratico. "Stop Painting" è accompagnata da un libro illustrato pubblicato dalla Fondazione Prada. Include saggi di Diedrich Diederichsen, Eva Fabbris, Arthur Fink, Peter Fischli, Mark Godfrey, Boris Groys, John Kelsey, Sarah Lehrer-Graiwer e Hanna Magauer, così come un'intervista di Mario Mainetti con il curatore della mostra. 

Palazzo di Ca’ Corner della Regina, Fondazione Prada 

22 maggio - 21 novembre 2021

 

Maggio 22, 2021
133 
di 376