Art Basel 2024

Klaus Rinke solo show

ART BASEL

FEATURE BOOTH D08 

KLAUS RINKE SOLO SHOW

 

Thomas Brambilla è lieto di annunciare la sua partecipazione ad Art Basel 2024.  Per la sezione Feature, la galleria presenterà una mostra personale dell'artista tedesco Klaus Rinke (1939), esponendo una serie delle sue fotografie iconiche di qualità museuale degli anni '70, tratte dalla serie "Primary Demonstration". Dagli anni 60, Rinke ha sviluppato le sue prime performance, intitolate "Primary Demonstrations", nelle quali ha esplorato i concetti di corpo, spazio e tempo, riproducendoli in sequenze fotografiche. In queste performance, il corpo di Rinke funge da "corpo universale", con le sue possibilità e i suoi limiti messi alla prova in vari contesti, tra cui gallerie, musei e ambienti naturali.

 

PRIMARY DEMONSTRATIONS

Klaus Rinke (1939) è un artista poliedrico e versatile. La sua opera abbraccia diverse discipline, spaziando dal disegno alla pittura, dalla scultura alla fotografia, e includendo anche riflessioni filosofiche e teoriche. Fin dagli anni '60, Rinke ha avuto un ruolo fondamentale nella scena artistica internazionale, contribuendo significativamente a movimenti radicali come Performance Art, Body Art, Land Art, Conceptual Art, Process Art e Action Art. Rinke è noto per aver dato vita alla celebre "Scena di Düsseldorf", difatti nel 1968 curò una mostra con alcuni giovani artisti di Düsseldorf al Kunst Museum di Lucerna, insieme allo storico dell'arte Jean Christophe Ammann. La mostra, intitolata "The Düsseldorf Scene", riuniva alcuni di quegli artisti che divennero poi figure di spicco come Joseph Beuys, Jorg Immendorf, Imi Knoebel, Blinky Palermo, Sigmar Polke, Gerhard Richter e lo stesso Klaus Rinke. Rinke è stato anche docente all'Accademia d'Arte di Düsseldorf per oltre trent'anni.

 

Alla fine degli anni Sessanta, Rinke abbandonò la pittura per dedicarsi alla scultura, lavorando così in tre dimensioni, e successivamente passò dalla scultura alla fotografia, utilizzando il proprio corpo come elemento centrale delle opere [1]. Questa esperienza "fisica" dello spazio comportò anche il riconoscimento della quarta dimensione, il tempo [2], difatti dal 1969, corpo, spazio e tempo diventarono i temi principali e predominanti nelle sue opere.  In occasione della sua mostra al MoMA [3] a New York nel 1973, l'artista dichiarò: "Con l'inserimento del tempo, l'arte si è trasformata in un processo. Ho scelto il corpo, ed i gesti che accompagnano il corpo, come mezzo smaterializzato e più comprensibile per creare una sorta di manuale 'ABC', del vedere, dell'agire e del sentire e, con ciò, anche dell'essere umano in generale” [4].

In queste performance, intitolate Primary Demonstrations, Rinke esplorava i concetti di corpo, spazio e tempo utilizzano il proprio corpo come se fosse un corpo universale. Realizzò queste azioni performative sia in spazi interni, come gallerie e musei, che spazi esterni, nella natura, ed il corpo dell’artista stesso veniva testato al massimo delle sue possibilità e dei suoi limiti, riprodotto e poi bloccato in sequenze fotografiche. Successivamente, Rinke introdusse nelle sue performance gli orologi tipici delle ferrovie tedesche in modo da accompagnare i movimenti del suo corpo in relazione al tempo. Provenendo da una famiglia di ferrovieri, l'orologio ferroviario era divenuto per Rinke un leitmotiv della sua espressione artistica e filosofica. Lo si ritrova, difatti, in tutta la sua produzione, dalla fotografia fino alla pittura e alla scultura. Oltre al legame biografico, i grandi orologi neri simboleggiavano la sua ricerca sui concetti di “durata” e “impermanenza” che trovavano riscontro in quello che il filosofo francese Henri Bergson chiamava "Durata" o "Dauer". Rinke voleva dimostrare il pensiero di Bergson per cui nell'esperienza umana, il "qui e ora" è solo un istante fugace, generato dalla percezione umana, e quindi il presente è una combinazione del “tempo fisico”, che procede indipendentemente dalla nostra presenza, e della percezione che abbiamo noi del tempo.

Il percorso artistico di Rinke diventa così una narrazione avvincente che intreccia estetica, filosofia e attivismo ambientale, offrendo agli spettatori un'esperienza sfaccettata che va oltre i confini dell'espressione artistica tradizionale. Le fotografie di Rinke, invece di limitarsi a registrare o estetizzare la natura e la condizione umana moderna, come facevano molti grandi fotografi della prima metà del secolo, diventano testimonianze di un nuovo approccio concettuale, razionale e scientifico alla fotografia. Esse documentano una ricerca meticolosa, quasi scientifica, contribuendo a creare un repertorio di linguaggio visivo che unisce gesti, forme ed energie primordiali in un unico insieme ed invitano a riflettere su temi più ampi come l’uomo in relazione all’ambiente e al nostro pianeta.

 

Nel corso della sua carriera, Klaus Rinke ha partecipato due volte alla Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia, e ha tenuto mostre personali in alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il CCCOD di Tours, il Museum Küppersmühle di Duisburg e la Haubrok Foundation di Berlino. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, e ha ricevuto riconoscimenti per il suo contributo all'arte contemporanea, tra le quali: National Gallery of Art, Washington (Washington), Museum of Fine Arts (Houston), The Brooklyn Museum of Art (New York), Deutsche Bank (Düsseldorf), Nationalgalerie (Berlin), R.M.I.T. Gallery (Melbourne), F.R.A.C. Champagne Ardennes (Reims), Stedelijk Museum. (Amsterdam), National Gallery (Canberra), Modern Museum (Vienna), Castello di Rivoli (Turin), MoMa, Museum of Modern art (New York), The Tate Modern Museum (London), Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (Paris), Centre George Pompidou (Paris) and many others. Klaus Rinke vive e lavora tra Linz, Austria, e Los Angeles, Stati Uniti.

 

 


[1] Comunicato stampa della mostra di Klaus Rinke al MoMA di New York, 1973, p. 2.

[2] Klaus Rinke: K.R. 1939 MEZ, In IN VIVO 01/2015, Centre Pompidou, Parigi. Francia.

[3] Risorsa online: https://www.moma.org/calendar/exhibitions/2534

[4] Comunicato stampa della mostra di Klaus Rinke al MoMA di New York, 1973, p. 2.

Giugno 13, 2024
di 365