In the Balance: Between Painting and Sculpture, 1965–1985 riunisce opere della collezione del Whitney che oltrepassano i confini e sovvertono le convenzioni. Che si espandano o si posino sul pavimento, le sculture incluse in questa mostra esplorano il dominio della pittura attraverso indagini sul colore, sulla superficie e sulla percezione ottica. I dipinti, al contrario, affrontano questioni scultoree, adottando idee tradizionalmente associate all'arte tridimensionale, come l'equilibrio e l'oggettualità.
Le opere condividono molti effetti di crossover, ma la loro maggiore affinità risiede nel rivelare come gli artisti di questo periodo mettessero costantemente in discussione il modo in cui ci relazioniamo, reagiamo e ci inseriamo (o ci alieniamo) nello spazio fisico. Tali interrogativi erano in primo piano per gli scultori associati a movimenti che fiorirono in quel periodo, tra cui il Minimalismo, il Post-Minimalismo e l'arte femminista.
Allo stesso modo, proprio mentre molti critici sostenevano che la pittura avesse raggiunto un vicolo cieco, i pittori attivi negli anni '70 e nei primi anni '80 affermavano l'inarrestabile vitalità del medium, perseguendo punti di partenza non tradizionali come le tele sagomate, le composizioni astratte guidate da principi matematici e altre esplorazioni dello spazio positivo e negativo che richiamavano l'attenzione sulla percezione.
Mescolando elementi di pittura e scultura, queste opere esistono oltre i limiti stabiliti di ciò che gli artisti possono fare e sconvolgono l'equilibrio delle idee preesistenti su cosa possa essere l'arte.
Questa mostra è organizzata da Jennie Goldstein, Assistant Curator del Whitney Museum of American Art.
