Le idee di Jacques Lacan sono fondamentali, insieme ai lavori di Roland Barthes, Michel Foucault, Jacques Derrida e Gilles Deleuze, al fine di comprendere la nostra modernità. Nonostante siano stati già dedicati omaggi ed esposizioni a queste figure intellettuali, il pensiero di Lacan non ha ancora trovato spazio nei musei, nonostante il suo profondo legame con le opere d'arte.
Lacan è stato strettamente legato all'arte e agli artisti del XX secolo, attingendo continuamente all'arte di tutte le epoche nel suo insegnamento. Il suo discorso sull'arte era fresco e insolito, capace di trattenere, intrigare e provocare molti artisti contemporanei. Lacan interpretava le opere d'arte non solo come entità che offrono qualcosa da vedere, ma come oggetti che riflettono lo sguardo dello spettatore. Dedicando una mostra a Jacques Lacan, abbiamo voluto circondare la sua affascinante figura con una moltitudine di sguardi simili.
Questo approccio si discosta da una semplice interpretazione psicoanalitica degli artisti. Lo psicoanalista, infatti, è l'opposto di un maestro: è uno studente dell'arte, attento alle verità originali che essa contiene e dedito a decifrare le conoscenze inaspettate che essa rivela. Per questo motivo, questa mostra non è solo un omaggio alla psicoanalisi, ma celebra anche ciò che rimane del mistero dell'arte, al di là di ogni chiarimento. Lacan, alla fine della sua vita, condivideva questa visione.
Lacan ha aperto uno spazio innovativo che è al centro della nostra modernità e della nostra esperienza contemporanea. Oggi, le discussioni su sesso, amore, identità, genere, potere, fede o scetticismo trovano nei suoi insegnamenti preziosi punti di riferimento.
A cura di Marie-Laure Bernadac, Bernard Marcadé, Gérard Wajcman e Paz Corona.