"L’opera di Lynda Benglis sfida i limiti di mezzi e convenzioni e affronta questioni centrali e annose che riguardano la storia dell'arte, i materiali e i contesti. Il suo lavoro ci insegna che cos’è e che cosa può essere la scultura, appropriandosi della scala monumentale e intrecciandola con improbabili liquidità materiche, superficialità tattili e motilità aggraziate."
Nota per la sua audace sperimentazione con i materiali e per la capacità di spingere le forme fino ai loro limiti fisici, Benglis continua a esprimere il suo inconfondibile stile in questo nuovo corpus di opere. Le sculture, con le loro forme vigorose e dinamiche, evocano una sorta di lotta con la natura stessa, elemento distintivo della sua ricerca artistica. La sua pratica è da sempre caratterizzata da questa tensione tra materia e forma, una costante esplorazione dei confini della creatività e dell’espressione. La scelta dell’artista di lavorare nuovamente il marmo riflette il desiderio di proseguire il dialogo avviato con la sua prima mostra in galleria nel 2016. Questa nuova serie si propone di creare un legame di continuità tra il suo linguaggio artistico e la ricca tradizione dell’arte barocca italiana.
Il più importante poeta barocco, il Cavalier Marino, scrisse nel XVII secolo che il fine del poeta è meravigliare il lettore: «Del poeta il fin la meraviglia». Questa espressione racchiude perfettamente l’essenza del lavoro di Benglis. Nelle sue sculture assistiamo a un prodigioso conflitto—uno scontro di forze che genera forme stupefacenti. Benglis continua ad affascinare, provocare e sorprendere il pubblico con forme, colori e installazioni che si distinguono nel panorama dell’arte contemporanea.