"Alla fine degli anni '70, Hunt ha dato vita agli 'Airship', opere che si estendono dal muro, sopra le nostre teste, inaccessibili. Ci sforziamo di comprendere la loro orizzontalità senza peso, la loro fragile e scintillante instabilità. Hunt ha spinto i materiali ai loro limiti, trasformando lo spazio in una galassia e bilanciando le leggi della termodinamica, della gravità e del movimento. Negli 'Airship', come in gran parte del suo lavoro successivo, Hunt trasforma l'atto di osservare in un'esperienza sorprendente, unica, quasi soprannaturale”
- Jerry Saltz
Gli Airships, la serie più iconica di Hunt, sono nati dall’interesse dell'artista per l'architettura e l’esplorazione spaziale. Queste installazioni, che richiamano la forma dei dirigibili del primo Novecento, sono realizzate in legno di balsa e abete, rivestite di seta e foglia di metallo. Progettate per essere installate direttamente a muro, sopra la testa dello spettatore, sembrano quasi fluttuare nel vuoto, creando un’illusione di leggerezza che sfida la gravità. La loro posizione e orientamento orizzontale le fanno apparire come strutture prive di peso che sfidano la gravità.
Negli anni Settanta, queste opere riuscirono a rompere con le tendenze artistiche predominanti del periodo, come il Minimalismo e l’Earth Art, proponendo al contempo una reinterpretazione sofisticata della scultura classica e moderna. Hunt descrive gli Airships affermando: “Affrontando proporzioni, equilibrio e luce, trasformano un ambiente e superano i suoi confini. Rappresentano tanto un'osservazione dall’alto del nostro pianeta quanto una contemplazione della nostra esistenza, come se guardassimo verso un’astronave senza peso”.
Negli ultimi anni, invece, Hunt ha rivolto maggiormente la sua attenzione alla serie dei Pods, piccole e colorate strutture architettoniche a forma di dirigibile, che si ispirano agli Airships. I Pods evocano un senso di leggerezza e fluidità, continuando a esplorare il complesso legame tra scienza, architettura e filosofia.
Come ha osservato Jerry Saltz, “alla fine degli anni '70, Hunt ha dato vita agli 'Airship', opere che si estendono dal muro, sopra le nostre teste, inaccessibili. Ci sforziamo di comprendere la loro orizzontalità senza peso, la loro fragile e scintillante instabilità. Hunt ha spinto i materiali ai loro limiti, trasformando lo spazio in una galassia e bilanciando le leggi della termodinamica, della gravità e del movimento. Negli 'Airship', come in gran parte del suo lavoro successivo, Hunt trasforma l'atto di osservare in un'esperienza sorprendente, unica, quasi soprannaturale”.