Il concetto unificante di PATCHING è il collage. Nonostante ciò, solo il lavoro di Kirstine Roepstorff è apparentemente basato sul concetto tradizionale del collage. Tutti gli altri artisti creano opere che suggeriscono la fusione di superfici e materiali differenti ma attraverso tecniche artistiche autonome come la pittura o la fotografia.
Il collage infatti, inteso come tecnica formale e medium, rimane una delle “strategie artistiche” più rilevanti dalla nascita del movimento Dada fino ad oggi. Ma l’idea di collage in quanto combinazione di varie immagini in un unico quadro risulta troppo elementare, troppo scontata e troppo semplice per definire il senso che esso stesso origina con il proprio linguaggio innaturale ed enigmatico. Ecco allora che il significato della parola “patching”, è sì quello di sovrapporre un materiale ad un altro, ma sottolinea per lo più il coprire, il rafforzare, il riparare una fessura o un vuoto.
PATCHING ha come scopo principale quello di cogliere il senso profondo della debolezza umana. La scelta delle opere in mostra è necessariamente relazionata al concetto intrinseco di “patch” come una sorta di sensibile rammendo e un cauto rafforzamento.
Esse rivelano complessità e fragilità, completezza e frammentazione. Sanno essere solitarie e primitive ma allo stesso tempo molto semplici e sofisticate.