Il concept della mostra è ispirato al testo di Ted Botha intitolato "Mongo", parola gergale che indica i materiali di scarto raccolti, recuperati e riutilizzati da molte persone in tutto il mondo. Vi sono diverse ragioni per collezionare la spazzatura: alcune persone la raccolgono per divertimento, altre per guadagnarsi da vivere, alcune per trovare amici, altre per curiosare oppure come dichiarazione politica, altre, infine, perché è una dipendenza. Anche gli artisti hanno iniziato a creare il “bello” attingendo dal mondo del “mongo”. La mostra, infatti, parla di rifiuti “belli”, di qualcosa che ha valore solo perché non ha alcun valore, qualcosa che è stato accantonato e buttato via, scartato, e poi, salvato e riutilizzato. Questi due diversi approcci mirano allo stesso obiettivo: apprezzare qualcosa di inutile, problematico per il pubblico e trasformarlo in un oggetto di valore.
Questa affermazione è intrinsecamente mistica e scuote le fondamenta stesse delle convinzioni sociali riguardanti il valore. Tutti gli artisti in questa mostra sono attratti dall'idea che qualcosa considerato negativo dalla nostra società, sia in realtà il sacro cuore in cui si conserva la bellezza.
Mongo: Adventures in Trash – Ted Botha
Mongo, secondo il Cassell Dictionary of Slang, è il gergo newyorkese per qualsiasi oggetto scartato che viene recuperato dai rifiuti. Quando Ted Botha si trasferì a Manhattan dal Sud Africa, dove le persone costruivano case con ciò che gli altri consideravano spazzatura, decorò il suo appartamento con mobili che trovava per le strade. Si rese conto di non essere l'unica persona a trovare oggetti di valore nella spazzatura, e iniziò a vagare per le strade conoscendo vari tipi di collezionisti, uniti dalla loro ossessione per il mongo.
Il libro di Botha è un resoconto dei suoi incontri con questi vari e inconsueti collezionisti: dalla casalinga al senzatetto, dal contabile al consulente informatico, dall’impiegato di banca dimesso al collezionista a tempo pieno. Un uomo trova gioielli nel fango delle fogne di New York, un altro ha costruito una delle più vaste collezioni di libri rari della città. Botha ci spiega che vi sono innumerevoli ragioni per collezionare e queste aprono una finestra sulla gamma dei desideri umani: alcune persone collezionano per divertimento, altre per guadagnarsi da vivere, alcuni per trovare amici, altri per curiosare, alcuni per una dichiarazione politica, ed altri, infine perché è una dipendenza.