Brendan Lynch ha ricercato un’essenza nei vessilli dell’idiozia che marchia gli stereotipi anti-estetici sottesi alla nostra società contemporanea. In questa mostra, non si focalizza su nessuna particolare bellezza o potere estetico nei materiali astratti associati a certi gruppi generalizzati come i tonti, gli operai edili e gli studenti delle scuole superiori. Piuttosto, incanala il meccanismo della distrazione, allontanandosi totalmente da qualsiasi tipo di accentramento dell’attenzione, in un’esplorazione quasi casuale fondamentalmente ritenuta meritevole. Nella sua abilità di capitalizzare questo abituale pilota automatico dell’azione compulsiva attraverso il suo concreto fare arte, Lynch riesce a distillare la metafora del pensatore ozioso in verità grezze, comiche e quasi come in un diorama. Il cliché e l’ironia delle illustrazioni di Isaac Newton sotto il melo non si allontanano molto dalla traduzione di Lynch di un generico viaggio con l’acido come l’involucro tie-dye per le repliche umane più prodotte in massa: i manichini.
La struttura di insistente banalizzazione dello zaino Jansport realizza un’irresistibile presenza nella ripetuta stupidità. Riempito con la classica concezione astratta di ogni studente del pesante contenuto del suo zaino – candido cemento e cocci di vetro – sono spruzzati con la più dozzinale di tutte le allusioni al potenziale estetico e metafora di tutta l’insulsaggine: il glitter. Nell’impiego raffazzonato di gesso Lynch suggerisce una brutale mancanza di consapevolezza di qualsiasi possibilità di malfermo tentativo, perdonato e risolto semplicemente e sinceramente con la premeditazione rivelata nello smalto del rivestimento protettivo. Questo è il suo costante trionfo. Le risposte ci sono sempre; afferrate e soddisfatte prima, poi dimenticate grossolanamente, ma non ingannevolmente, sotto strati di indulgente, apparente mancanza di gusto.
È qui che i commenti risuonano e la sua correttezza è così unica e così coerente. Ed è qui, per essere onesti, che quella particolare bellezza e potere estetico si confrontano con noi ogni volta. - Zachary Susskind