L’artista, partendo dalle implicazioni della “griglia modernista”, la enfatizza e ristruttura replicandola con il nastro adesivo che, steso perfettamente in linee ortogonali, copre le macchie camouflage; lo scotch è incollato in modo preciso e rigoroso, sottoponendo il corpo alla disciplina del gesto esatto che contrasta con la libera aggregazione delle macchie sottostanti. Il risultato è una superficie monocroma color crema che incorpora tutte le sovrapposizioni, compreso un ulteriore livello flat di resina epossidica trasparente che, oltre a fissare il tutto, rende le superfici lucide e mette in evidenza la trasparenza dello scotch.
L’uso dei materiali, vernice spray, scotch e resina sintetica, cerca di rinnovare il concetto di superficie, eliminando ogni aspetto biografico e pop ricollegando il lavoro di Erik Saglia alle ricerca spazialista di Lucio Fontana e alla lezione di Alighiero Boetti e la sua capacità di usare la “griglia modernista” per realizzare opere sorprendenti per fantasia ed estro.
Una pittura fluida, che lascia libertà al gesto dell'artista, viene implementata da una metodicità meccanica basata sulla ripetizione di un movimento che già in partenza conosce il suo inizio e la sua fine, proprio come un atto atletico che si ripete tra concentrazione, fatica e dedizione. Per la mostra l’artista presenta sei pannelli di grandi dimensioni.