Nelle sue opere più recenti, Thomas Helbig crea effetti di luce grazie a tracce immateriali di gioielli, catene decorative, rosari e motivi cosmici che si illuminano su uno sfondo scuro, quasi come in fotogrammi.
Utilizzando tessuti colorati da palcoscenico come supporto, Helbig riesce a far scomparire la materia stessa: la superficie, invece di riflettere la luce, la assorbe o la restituisce come un bagliore tenue. Questa retroilluminazione ingannevole, in cui emergono le forme negative, è il risultato della nebbia di vernice lasciata dalle precedenti attività di spruzzatura. Ciò che i visitatori percepiscono è un'aura residua, poiché l'oggetto originale è ormai svanito. Questa inversione della pittura diventa un gioco ibrido di materiali e applicazioni di colore, sollevando interrogativi sulla presentazione e rappresentazione del mezzo artistico.
"Nel presente che si è distaccato dal suo passato culturale, la politica è separata dalla verità e la religione è separata da Dio. In una cultura digitalizzata, dominata dallo svelamento totale, si è aperto un vuoto di significato in cui ogni forma di rappresentazione culturale è vista con crescente sospetto. Non molto tempo fa, l'arte sembrava toccare un profondo mistero. Oggi, la sostituzione della metafora della profondità con la figura di una rete che tutto abbraccia ci costringe a interrogarci su quale forma abbia assunto quel mistero." - T. Helbig.