La mostra è ispirata al concetto di Cosmogonia, scaturita dall’analisi dei testi di Raymond Queneau, Piccola Cosmogonia Portatile, e di Italo Calvino, Le Cosmicomiche, in relazione alla xilografia di Albrecht Dürer, Il disegnatore della donna sdraiata (1538), copertina del testo Palomar di Italo Calvino.
La xilografia di Dürer diventa metafora del vedere scientifico dell’Uomo, il quale per conoscere deve riquadrare la Realtà, mentre la griglia diviene lo strumento dell’artista per rappresentare in modo bidimensionale la tridimensionalità della realtà. Albrecht Dürer, con la sua incisione anticipa così la griglia modernista di Rosalind Krauss, la quale togliendo all’artista il modello esterno, provoca l’accecamento dell’artista, abbandonandolo al linguaggio e alla gestualità.
Per la sua seconda mostra personale, Erik Saglia parte da queste riflessioni proponendo una serie di lavori incentrati sul concetto di Cosmogonia, riproponendo qui il suo rinomato stile costituito da griglie geometriche, realizzate con scotch adesivo a cui sovrappone forme fustellate e successivamente colorate da un frottage realizzato con pastelli ad olio.
Il risultato finale è una Cosmogonia di segni, di linee che s’intersecano, di assi vettoriali, trame ordinate del disordine dell’esistente, dove l’incrocio delle ascisse e delle ordinate, organizza la visione dell’artista e dell’Uomo, divenendo misura geometrica universale della realtà. L’intera installazione obbliga il visitatore ad un atto di meditazione su di essa; esattamente come succede nella volta celeste e nello spazio del cosmo indagato dai telescopi, l’arte di Erik Saglia è una grande Cosmogonia Portatile, proprio perché letteralmente portata “dentro di noi”.