La mostra include una serie di grandi Torsi marmorei, appositamente realizzati dall’artista. Per la prima volta nella sua carriera, la Benglis ha sperimentato le proprietà di questo emblematico materiale in quattro varietà, rievocando così il legame con l’arte di Gian Lorenzo Bernini, ed in particolar modo il Monumento funebre di Papa Alessandro VII. Durante la sua carriera, l’artista aveva già stabilito alcuni evidenti parallelismi con l’opera di Bernini, come ad esempio la serie delle Pieghe, richiamanti gli svolazzanti e leggiadri drappi scultorei barocchi, nonché la monumentale fontana North, South, East, West, una versione contemporanea della Fontana dei Quattro Fiumidi Bernini.
Sebbene nell’Arte contemporanea il marmo sia utilizzato nella sua varietà bianca, come nel celebre cubo di Sol Lewitt, la serie di Torsi Benglis and the Baroque è composta da sculture colorate in cui le venature marmoree, con i loro differenti dettagli e sfumature, amplificano le capacità materiche e divengono segni biografici e simbolici. Questi nuovi lavori sono opere con un corpo fisico, catturato in un preciso gesto e momento, metaforicamente definito dall’artista “the frozen gesture”. In essi la Benglis è riuscita a dar risalto a forme sinuose e dettagli brillanti, le quali donano alle opere, quello che l’Arte Barocca prediligeva: uno straordinario “movimento d’animo”.
Nelle opere di Lynda Benglis, l’attenzione ai materiali e la costante ricerca dell’elemento “stravagante”, in pieno accordo con la poetica barocca, sono caratteristiche determinanti e fondanti, tanto da essere state ricercate e stravolte lungo tutta la sua carriera. L’artista è soprattutto nota per i suoi dipinti in cera e le sue sculture create tramite colate di lattice sul pavimento, pur avendo sperimentato un enorme quantità di materiali, dai più innovativi come la gomma, il silicone e il poliuretano, ai tradizionali, gesso, bronzo e carta.