Joe Zucker - Forbidden Motion: Surface, Image and Metaphor

Forbidden Mortion – Surface, Image and Metaphor include una serie di pioneristici dipinti in cotone rappresentanti delle Nature Morte ed esplora l’interesse di lunga data dell’artista per questo soggetto.

Fin da subito nelle opere di Zucker è riconoscibile il legame con le storiche Nature Morte di Giorgio Morandi. Dalla tavolozza costituita da colori tenui, ai soggetti modesti, all’atmosfera silenziosa ed atemporale che collide con un costruttivismo a più livelli fino alle composizioni minimaliste, si innesca un gioco di richiami e rimandi fra i due maestri.

Sebbene Morandi abbia da sempre concentrato la sua ricerca sulla struttura e sull’ordine che sottostà al processo di rappresentazione stesso, Zucker si è focalizzato maggiormente sulla possibilità di creare simultaneamente l'immagine e la superficie stessa dell’opera, sfruttando le qualità formali e le potenzialità evocative del materiale che la compone e ricopre.

Le opere di Forbidden Motion – Surface, Image and Metaphor sono il risultato della lunga ricerca di Zucker, iniziata negli anni ’60 e che lo portò ad utilizzare il cotone come materiale prediletto. I dipinti sono difatti realizzati con la sua ormai iconica tecnica; batuffoli e palline di cotone immersi ed arrotolati in pigmenti d’acrilico e rhoplex, successivamente appoggiati e modellati sulla tela per approssimarne una pennellata. Il risultato è una superficie altamente strutturata che richiama gli antichi mosaici ravennati e le tele “pixelate” dei contemporanei Chuck Close e Richard Artschwager, ma la bizzarra tecnica ha trasformato radicalmente la superficie della tela eliminandone difatti la “piattezza”. In Forbidden Motion – Surface, Image and Metaphor, l’artista dimostra ancora una volta il suo interesse primario per la relazione fra la pittura ed il materiale stesso come un unico organismo. Joe Zucker è uno degli artisti più innovativi d'America e, come scritto da Roberta Smith del The New York Times, "Zucker occupa una cuspide importante tra il moderno e il postmoderno, tra Roy Lichtenstein e Jeff Koons".