La recente serie di sculture marmoree di Lynda Benglis denota una profonda connessione con la storia dell'arte antica, attinge infatti da diverse tradizioni artistiche. L'influenza dell'arte dell'antica Grecia, dell'arte bizantina e barocca emerge chiaramente nelle serie Torsos, Knots, Wings, and Pleats, le quali esprimono il desiderio dell’artista di raggiungere una monumentalità trascendentale, una caratteristica spesso associata all'arte ellenistica. Un’opera esemplificativa è Torsos, la quale richiama, attraverso la torsione statica del marmo, la volontà e la ricerca di una idealizzazione del corpo umano, tipica di questo periodo storico-artistico. Esempi di sculture come il Kouros e la Kore (fig. 1, 2), nonché altre più rinomate come il Discobolo (fig. 4), vengono richiamate dalla Benglis, la quale integra le caratteristiche formali della statuaria greca nelle sue sculture marmoree (fig. 3, 5).
Alcune delle opere dell'artista mostrano somiglianze con capolavori come la Vittoria Alata di Samotracia (fig. 6) e la Venere di Milo (fig. 7), è nota infatti la profonda familiarità della Benglis con l'arte greca e con la rappresentazione delle figure umane idealizzate (fig. 8).
La serie di sculture in marmo non solo dimostra la sua conoscenza della storia dell'arte, ma soprattutto la sua capacità di reinterpretare e rileggere in chiave contemporanea i modelli classici.
Le imponenti opere di Lynda Benglis traducono le forme della tradizione scultorea greca, con sagome voluminose che occupano lo spazio, trasmettendo potere espressivo e dinamismo, caratteristiche spesso associate all'arte barocca. La scelta del marmo per queste opere è particolarmente significativa; questo materiale, utilizzato spesso e da sempre di colore bianco, veniva associato alla purezza nell'arte contemporanea, come succede per le opere di Sol Lewitt (fig. 9). Tuttavia, Lynda Benglis si distingue per l’utilizzo di varietà di colori (fig. 10a, b, c). Il risultato è una gamma di tonalità cromatiche che aggiungono ulteriore profondità e ricchezza visiva ai suoi Torsi. È attraverso questa sensibilità nella ricerca del materiale che l’artista reinterpreta in chiave contemporanea l'uso tradizionale di questo materiale, sfidando le convenzioni e ampliando le possibilità espressive della scultura. Questo utilizzo innovativo dei colori mette in luce il suo approccio non convenzionale nei confronti dell’arte antica e scultorea, fino a spingersi ai suoi confini.
Le serie Pleats [fig. 12, 15] e Wings [fig. 13] di Lynda Benglis attingono a diverse fonti per stabilire un solido collegamento con la storia. Le forme morbide e sinuose nella serie Pleats evocano il concetto di "drappeggio vivente", tipico delle opere dello scultore greco Fidia. Le pieghe dinamiche, visibili nelle figure 12 e 15, e il cadere del tessuto richiamano l'estetica delle Cariatidi [fig. 11] del portico dell'Eretteo ad Atene, celebri per la maestosa rappresentazione dei tessuti degli abiti. Nonostante la dinamicità delle forme, le serie Pleats e Wings evocano un paradossale senso di quiete nel movimento. Questa staticità fisica richiama alcuni artisti del rinascimento italiano che esplorarono varie tecniche per rappresentare la fluidità del drappeggio nel materiale immutabile del marmo. Gli studi di Leonardo da Vinci sul movimento dei tessuti [fig. 14] sono emblematici per la loro capacità di catturare le sfumature e le complessità della loro rappresentazione attraverso i vari medium. Si potrebbe associare l'espressività dinamica ed emotiva, presente nelle sculture della Benglis, alle opere dello scultore bolognese Niccolò dell'Arca, come evidenziato nella figura 16. L'incisiva e violenta drammaticità espressiva del suo capolavoro, il Compianto sul Cristo Morto mostra un estremo dinamismo che a sua volta produce un forte impatto emotivo. La capacità dell’artista di catturare l’intensità emotiva attraverso il drappeggio richiama al periodo barocco e alle opere di Gian Lorenzo Bernini, in particolare alla scultura di Santa Teresa a Roma [fig. 17]. L'opera di Bernini cattura un momento di estasi divina, utilizzando drappeggi con movimenti drammatici per intensificare la teatralità e la profondità emotiva.
Le sculture di Lynda Benglis, soprattutto nelle serie precedentemente citate, si distinguono per la loro capacità di evocare sensazioni di dinamicità ed energia attraverso il richiamo di queste presenze straordinarie. L’artista concepisce infatti le sue opere come portatori di vitalità che catturano l'essenza stessa della vita all’interno delle loro forme astratte. Come fece Bernini a Roma, Benglis cerca di immortalare l'intensità di un momento, fissandola nel tempo attraverso il marmo.
Nel suo processo creativo, Lynda Benglis unisce bellezza ed esuberanza, dando vita ad "immagini in movimento congelate" e spettacolari che invitano alla contemplazione duratura. Le sue sculture evocano una complessa gamma di sentimenti e di significati, quali la consapevolezza della mortalità, l'estasi di una possibile redenzione, il misticismo e l’erotismo. La serie Knots [fig. 18 a, b, c] prende ispirazione dalla vita popolana dell'antica Grecia, richiamando formalmente i nodi utilizzati dai pescatori e dai marinai e la forma caratteristica che veniva un tempo data ad alcuni dolci greci. Queste opere dimostrano come Benglis sia in grado di integrare elementi della cultura e della tradizione greca nelle sue sculture, ampliando così la sua esplorazione artistica.
Il processo di creazione delle "sculture drappeggiate" di Lynda Benglis consiste nel costruire inizialmente una base composta da una rete metallica, successivamente rivestita con foglie d'oro a cui sono stati successivamente applicati metalli liquidi mediante la tecnica della spruzzatura [fig. 20, 21]. Tuttavia, la sua ricerca si è estesa in seguito includendo una vasta gamma di materiali, sia tradizionali che non convenzionali. Tra questi figurano alcuni classici come la carta, il gesso e il marmo, oltre ad alcuni più inusuali come il poliuretano. L'artista ha tratto ispirazione da diverse fonti, tra cui le icone ortodosse dorate, celebri per la loro forma intricata e decorativa ispirata alla natura [fig. 19].
Un’altra tradizione che ha profondamente influenzato la ricerca di Lynda Benglis sulle texture e sulla manipolazione delle superfici è l'arte ornamentale dei maestri orafi lombardi. L'artista ha trovato inoltre ispirazione nell'arte paleocristiana e bizantina, celebre per le sue rappresentazioni riccamente adornate ed intricate. Queste tradizioni artistiche sono solite ad includere drappeggi elaborati e pieghe, simili a quelli raffigurati nei panneggi di marmo nella figura 11. Oltre a queste influenze storiche, l’artista introduce nelle sue opere plissettate elementi tratti da dipinti di flora e fauna. Questa fusione di motivi organici contribuisce ulteriormente alla natura dinamica e visivamente coinvolgente delle sue sculture. Unendo influenze eterogenee, che spaziano dalle icone dorate ai drappeggi antichi e all'immaginario naturale, l'artista crea una narrazione visiva stratificata all'interno delle sue opere plissettate. La sua profonda ricerca dei materiali e delle fonti storico-artistiche riflette la capacità di fondere riferimenti antichi con sperimentazioni contemporanee, risultando in sculture che attingono dalla tradizione e allo stesso tempo sono permeate dalla sua personale visione artistica.
La presenza di forme radiali in alcune sculture della serie Pleats, come raffigurato nelle figure 22 e 23, ha origini antiche e un simbolismo significativo: nell'antica Roma, queste forme erano associate ad Apollo, il Dio del Sole [fig. 24, 26]. Questo simbolismo pagano della luce solare venne successivamente assimilato dall'arte cristiana primitiva, permettendo così la reinterpretazione di motivi culturali e religiosi esistenti. La forma radiale, che fa riferimento al Dio Apollo,colui che traina il carro del sole, acquisì un nuovo significato nell'iconografia cristiana, simboleggiando la luce divina e la gloria di Gesù Cristo. Questo simbolo continua ad essere presente nei manufatti religiosi contemporanei, soprattutto negli ostensori o nei monstra [fig. 25].
Un ostensorio è l’arredo sacro utilizzato nella Chiesa Cattolica per esporre l'Eucaristia consacrata. La sua forma radiale rappresenta visivamente la presenza divina. Integrando questo simbolo nelle sue sculture, Lynda Benglis non solo rievoca le profonde associazioni storiche e culturali, ma offre anche una reinterpretazione e una risonanza contemporanea. L'uso di tali simbolismi arricchisce ulteriormente il significato delle sue opere, invitando gli spettatori a esplorare le connessioni tra passato e presente, tra sacro e profano, sottolineando la continua potenza e significato dei simboli nella rappresentazione artistica.
La serie Pleats rivela la sua straordinaria capacità di interagire con antichi modelli, assimilandoli e reinterpretandoli in modo pionieristico e contemporaneo. Nelle sue opere, l'artista esplora le dinamiche del movimento all'interno delle forme scultoree, catturando un senso di intensità congelata simile all'approccio del Bernini. Le sculture componenti questa serie incarnano bellezza ed esuberanza, fondendle in spettacolari "gesti congelati" che invitano alla contemplazione continua. L'attenzione di Benglis per i materiali e la sua continua ricerca dell'"esuberanza" l'hanno spinta negli ultimi anni a scegliere il marmo come materiale principale. Attraverso il quale espande i confini della scultura introducendo colori vibranti nelle sue opere da parete, rompendo con la monotonia spesso associata al Minimalismo. L'incorporazione di sculture marmoree dai colori vivaci crea un contrasto dinamico con l'estetica minimalista, che l’artista ha costantemente cercato di superare nel corso della sua carriera artistica. Sfondando i limiti della scultura e adottando tonalità intense, Benglis infonde nelle sue opere energia e dinamismo. Attraverso l'esplorazione dei materiali e la volontà di sfidare le convenzioni artistiche, la serie Pleats rappresenta un approccio audace e innovativo alla scultura. Integrando antichi modelli e reinterpretandoli in un contesto contemporaneo, vengono create opere radicate nella tradizione e, al contempo, proiettate verso il futuro.
Si è visto come le opere di Lynda Benglis rivelano un dialogo profondo con i capolavori di Gian Lorenzo Bernini, uno degli scultori più influenti del Barocco. Il dinamismo delle figure e dei drappeggi nelle creazioni dell’artista, specialmente riferendosi all'Estasi di Santa Teresa, evoca la maestria di Bernini nel catturare il movimento e nel creare composizioni drammatiche. Un esempio significativo di questo modus operandi è la fontana North, South, East, West di Benglis, realizzata in bronzo e acciaio e situata allo Storm King Art Center. Quest'opera può essere considerata come una reinterpretazione contemporanea della "Fontana dei Quattro Fiumi" di Bernini a Piazza Navona, Roma. Entrambe le sculture integrano elementi acquatici in una scala monumentale, sottolineando l'interazione tra la scultura e l'ambiente circostante. Un’altra opera è il bronzo Cloak-Wave Pedmarks di Benglis che richiama la teatralità e la complessità lineare della Tomba di Papa Alessandro VII di Bernini. Il modo in cui i drappeggi sono scolpiti e il senso di movimento che trasmettono in entrambe le opere contribuiscono all'impatto drammatico e all'interesse visivo. Attraverso l'analisi e la reinterpretazione dei capolavori di Gian Lorenzo Bernini, l’artista si impegna in un dialogo continuo con la storia dell'arte, introducendo al contempo la sua visione contemporanea. Queste connessioni non solo rendono omaggio all'eredità del maestro della scultura barocca, ma esplorano anche nuove possibilità e sfidano i confini della pratica artistica di Benglis.
È evidente l'influenza della scuola del Barocco italiano nelle sculture in marmo della serie Pleats di Lynda Benglis, come si nota nella figura 31, la quale presenta forme complesse e dinamiche che richiamano la tradizione barocca. Originariamente concepite come fontane in miniatura da appendere al muro, queste sculture incarnano l'essenza dell'estetica del XVII secolo con strutture fluide e dettagli intricati. Il richiamo alla Tomba di Papa Alessandro VII di Bernini [fig. 30] emerge chiaramente nella ricca tavolozza di colori presente nelle opere in marmo dell’artista. Questa varietà cromatica amplifica l'impatto visivo e la vitalità delle sculture, richiamando le tonalità vivaci che caratterizzano il capolavoro di Bernini. Esaminando l'uso innovativo del colore e delle forme dello scultore, Lynda Benglis introduce anche una dimensione contemporanea nelle sue sculture. L'integrazione di una vasta gamma di colori aggiunge un livello di complessità e interesse visivo, trasformando le sue opere in un'esperienza estetica straordinaria e coinvolgente. La capacità della Benglis di reinterpretare e rielaborare le influenze di questo periodo storico-artistico, testimonia la sua profonda comprensione della storia dell'arte e la sua abilità nel tradurre queste influenze in un linguaggio artistico moderno e personale.
La recente serie Wings di Lynda Benglis [fig. 34] si distingue dalle altre per un approccio innovativo, l’artista infatti decide di installare ciascuna scultura su una parete come parte di un trittico. Questa modalità di esposizione non solo crea una continuità visiva tra le opere individuali, ma stabilisce anche una connessione armoniosa tra di loro. In questa disposizione, le sculture di Benglis si inseriscono in un ambito iconografico che riporta alla mente l’immagine delle tre Grazie [fig. 32, 33].
Le Grazie, conosciute anche come le Tre Grazie o Cariti nella mitologia greca, erano spesso rappresentate come un trio di dee associate al fascino, alla bellezza e all'eleganza. Lynda Benglis esplora questo tema attraverso una scultura monumentale [fig. 35], che costituisce il punto di partenza della sua ricerca sull'iconografia e il simbolismo delle Grazie. Continuando la sua indagine, l’artista amplia ulteriormente la rappresentazione di questo soggetto con l'opera esuberante Pink Lady [fig. 36], trasponendo questo antico trio all’interno di un contesto contemporaneo e non convenzionale. Richiamando il trio antico e incorporandolo nelle sue sculture in marmo, Benglis si immerge in un dialogo con l'arte classica e la mitologia, infondendo la sua personale interpretazione ed espressione del contemporaneo. L'installazione della serie Wings in un gruppo di tre sculture evidenzia l'interconnessione e la continuità della sua esplorazione di questi temi antichi, creando un'esperienza visivamente suggestiva e concettualmente ricca per lo spettatore.
Le sculture in marmo di Lynda Benglis esprimono una sorprendente leggerezza e delicatezza, nonostante l’utilizzo di un materiale con una forte componente volumetrica. Questa caratteristica richiama le opere del Bernini, dove i drappeggi marmorei sembrano danzare con grazia nello spazio, sfidando la propria materialità. L'abile e sapiente utilizzo dei materiali dai vari colori da parte di Benglis, insieme alle diverse texture di ciascun materiale, aggiunge profondità e sfumature alle sue sculture. L'enfasi sulle forme sinuose e sui dettagli meticolosi esalta l'aspetto complessivamente seducente e affascinante delle sue opere, conferendo loro un senso di presenza fisica e un "movimento dell'anima" straordinario. Lynda Benglis riesce a rappresentare in modo innovativo, colorato e dinamico le forme in movimento, estendendo e colmando lo spazio circostante. Attraverso la sua padronanza delle tecniche di manipolazione del marmo, l’artista evidenzia le qualità intrinseche del materiale e plasmando le sue sculture. Le serie Torsos, Knots, Wings, e Pleats abbracciano l'intero spettro della storia dell'arte antica, incorporando elementi dell’iconografia greca e romana, del loro studio del corpo umano e del movimento, la perfezione del Rinascimento, l'energia dinamica del Manierismo e, soprattutto, la grandiosità e le composizioni cariche di emozione del Barocco. Abbracciando questi riferimenti storici e movimenti artistici nelle sue opere in marmo, Lynda Benglis dimostra la sua profonda comprensione della storia dell'arte, spingendosi ai confini con la sua reinterpretazione contemporanea dei temi. Le sue sculture non solo omaggiano il passato, ma contribuiscono anche al dialogo in corso tra tradizione e innovazione nel campo della scultura marmorea.
BIBLIOGRAFIA:
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