Le Sculture in Marmo di Lynda Benglis

Agosto 25, 2023

La recente serie di sculture in marmo di Lynda Benglis rivela una profonda connessione con la storia dell'arte, attingendo da diverse tradizioni artistiche. L'influenza dell'arte dell'antica Grecia, dell'arte bizantina e barocca emerge chiaramente in queste serie Torsos, Knots, Wings, and Pleats, che esprimono il desiderio dell’artista di raggiungere una monumentalità trascendentale, una caratteristica spesso associata all'arte greca e bizantina. Ad esempio, Torsos richiama l'idealizzazione del corpo umano nell'antica Grecia, catturando elementi di questo canone, dalle pose statiche a un senso di movimento dinamico. Richiamando esempi antichi come il Kouros e la Kore (fig. 1, 2), nonché sculture rinomate come il Discobolo (fig. 4), Benglis integra l'intero spettro della statuaria greca nelle sue sculture marmoree (fig. 3, 5).

 

 

 

Inoltre, alcune delle sculture in marmo dell'artista mostrano somiglianze con capolavori come la Vittoria Alata di Samotracia (fig. 6) e la Venere di Milo (fig. 7), mettendo in evidenza la sua profonda familiarità con l'arte greca e la sua rappresentazione di figure umane idealizzate (fig. 8). 

Questa serie di sculture in marmo non solo dimostra la sua competenza nella storia dell'arte, ma anche la sua capacità di reinterpretare in modo innovativo modelli classici.

 

 

Le imponenti sculture in marmo di Lynda Benglis rappresentano il culmine della tradizione scultorea greca, con forme voluminose che dominano lo spazio, trasmettendo potere espressivo e dinamismo, caratteristiche spesso associate all'arte barocca. La scelta del marmo per queste opere è particolarmente significativa, poiché questo materiale, utilizzato nella scultura fin dall’antichità, è spesso associato al bianco puro nell'arte contemporanea, come dimostrano le opere di artisti come Sol Lewitt (fig. 9). Tuttavia, Lynda Benglis si distingue utilizzando una varietà di colori (fig. 10a, b, c). Il risultato è una gamma di tonalità cromatiche che aggiungono ulteriore profondità e ricchezza visiva ai suoi Torsi. Sfruttando un'ampia gamma di tonalità di marmo, Benglis reinterpreta in chiave contemporanea l'uso tradizionale di questo materiale, sfidando le convenzioni e ampliando le possibilità espressive della scultura. Questa innovativa applicazione dei colori mette in luce il suo approccio creativo ai riferimenti storici, spingendo i confini dell'arte scultorea.

 

 

 

Le serie Pleats [fig. 12, 15] e Wings [fig. 13] di Lynda Benglis attingono a diverse fonti per stabilire un solido collegamento con la storia dell'arte. Le forme drappeggiate nella serie Pleats evocano il concetto di "drappeggio vivente", tipico delle opere dell'antico scultore greco Fidia. Le pieghe dinamiche, visibili nelle figure 12 e 15, e il cadere del tessuto richiamano l'estetica delle Cariatidi [fig. 11] del portico dell'Eretteo ad Atene, celebri per la loro maestosa rappresentazione del drappeggio. Inoltre, le serie Pleats e Wings dell’artista evocano un paradossale senso di quiete nel movimento. Questa staticità fisica richiama gli antichi artisti italiani che esplorarono la rappresentazione della fluidità del drappeggio nel materiale immutabile del marmo. Gli studi di Leonardo da Vinci sul drappeggio [fig. 14] sono emblematici per la capacità di catturare le sfumature e le complessità del tessuto in questo medium. Inoltre, l'espressività dinamica ed emotiva presente nelle sculture della Benglis può essere associata alle

opere di artisti come Niccolò dell'Arca, come evidenziato nella figura 16. La sua "Lamentazione sul Cristo Morto" esprime un dinamismo estremo che produce un forte impatto emotivo. Questo richiamo al periodo barocco si riflette anche nella capacità di Lynda Benglis di catturare l'intensità emotiva attraverso il drappeggio, riecheggiando l'opera di Gian Lorenzo Bernini, in particolare lascultura di Santa Teresa a Roma [fig. 17]. L'opera di Bernini cattura un momento di estasi divina, utilizzando drappeggi drammatici per intensificare una generale teatralità e una profondità emotiva. Integrando tali riferimenti storici, Benglis dimostra una profonda comprensione della storia dell'arte e una capacità di reinterpretare il passato con una visione contemporanea.

 

 

 

Le sculture di Lynda Benglis, soprattutto nelle serie PleatsWings, si distinguono per la loro capacità di evocare una sensazione di vitalità, energia e presenza straordinarie. L’artista concepisce le sue opere come portatori di vitalità, catturando l'essenza stessa della vita nelle loro forme astratte. Come fece Bernini a Roma, Benglis cerca di immortalare l'intensità di un momento, fissandola nel tempo attraverso la sua arte.

 

 

Nel suo processo creativo, Lynda Benglis unisce bellezza ed esuberanza, dando vita a "gesti congelati" spettacolari che invitano alla contemplazione duratura. Le sue sculture evocano una complessa gamma di emozioni e significati, quali la consapevolezza della mortalità, l'estasi di una possibile redenzione, il misticismo e l’erotismo. La serie Knots [fig. 18 a, b, c] si ispira alla vita quotidiana dell'antica Grecia, richiamando in particolare i nodi usati dai pescatori e dai marinai, oltre alla forma caratteristica dei biscotti greci. Queste opere dimostrano come Benglis sia in grado di integrare elementi della cultura e della tradizione greca nelle sue sculture, ampliando così la sua esplorazione artistica.

 

 

Quando Lynda Benglis ha cominciato a creare le sue "sculture drappeggiate", ha inizialmente utilizzato una base di rete metallica, che ha poi rivestito con foglia d'oro e successivamente ha applicato metalli liquidi mediante spruzzatura [fig. 20, 21]. Tuttavia, ha presto esteso la sua ricerca includendo una vasta gamma di materiali, sia tradizionali che non convenzionali. Tra questi figurano materiali classici come carta, gesso e marmo, oltre a alternative più inusuali come il poliuretano. L'artista ha tratto ispirazione da diverse fonti, tra cui le iconiche icone ortodosse dorate, celebri per la loro intricata e decorativa natura [fig. 19].

 

 

L'arte ornamentale dei maestri orafi lombardi ha profondamente influenzato la ricerca di Lynda Benglis sulle texture e sulla manipolazione delle superfici. Inoltre, l'artista ha trovato ispirazione nell'arte paleocristiana e bizantina, celebre per le sue rappresentazioni riccamente adornate e intricate. Queste tradizioni artistiche spesso includono drappeggi elaborati e pieghe, simili a quelli raffigurati nei drappeggi di marmo nella figura 11. Oltre a queste influenze storiche, Lynda Benglis ha introdotto elementi tratti da dipinti di flora e fauna nelle sue opere plissettate. Questa fusione di motivi organici contribuisce ulteriormente alla natura dinamica e visivamente coinvolgente delle sue sculture. Unendo tali influenze eterogenee, che spaziano dalle icone dorate ai drappeggi antichi e all'immaginario naturale, l'artista crea una narrazione visiva stratificata all'interno delle sue opere plissettate. La sua esplorazione dei materiali e delle fonti riflette la capacità di fondere riferimenti storici con sperimentazioni contemporanee, risultando in sculture che hanno radici profonde nella tradizione e allo stesso tempo sono permeate dalla sua personale visione artistica.

 

 

Nelle sculture della serie Pleats di Lynda Benglis, evidenziate nelle figure 22 e 23, le forme radiali hanno antiche origini e un profondo significato simbolico. Nell'antica Roma, queste forme erano associate ad Apollo, il Dio del Sole [fig. 24, 26]. Questo simbolismo pagano della luce solare fu successivamente assimilato dall'arte cristiana primitiva, permettendo la reinterpretazione di motivi culturali e religiosi esistenti. La forma radiale, con la sua connessione ad Apollo e al Sole, acquisì quindi un nuovo significato nell'iconografia cristiana, simboleggiando la luce divina e la gloria di Gesù Cristo. Questo simbolo continua a essere presente nei manufatti religiosi contemporanei, soprattutto negli ostensori o nei monstra [fig. 25].

 

 

Un ostensorio è l’arredo sacro utilizzato nella Chiesa Cattolica per esporre l'Eucaristia consacrata. La sua forma radiale rappresenta visivamente la presenza divina. Integrando questo simbolo nelle sue sculture, Lynda Benglis non solo rievoca le profonde associazioni storiche e culturali, ma offre anche una reinterpretazione e una risonanza contemporanea. L'uso di tali simbolismi arricchisce ulteriormente il significato delle sue opere, invitando gli spettatori a esplorare le connessioni tra passato e presente, tra sacro e profano, sottolineando la continua potenza e significato dei simboli nella rappresentazione artistica.

 

 

La serie Pleats di Lynda Benglis rivela la sua straordinaria capacità di interagire con antichi modelli, assimilandoli e reinterpretandoli in modo pionieristico e contemporaneo. Nelle sue opere, l'artista esplora le dinamiche del movimento all'interno delle forme scultoree, catturando un senso di intensità congelata simile all'approccio di Bernini. Le sculture della serie Pleats incarnano bellezza ed esuberanza, fondendo queste qualità in spettacolari "gesti congelati" che invitano alla contemplazione continua. L'attenzione di Benglis per i materiali e la sua continua ricerca dell'"esuberanza" l'hanno spinta negli ultimi anni a scegliere il marmo come materiale principale. Attraverso il marmo, espande i confini della scultura introducendo colori vibranti nelle sue opere da parete, rompendo con la monotonia spesso associata al Minimalismo. L'incorporazione di sculture marmoree dai colori vivaci crea un contrasto dinamico con l'estetica minimalista, che Benglis ha costantemente cercato di superare nel corso della sua carriera artistica. Sfondando i limiti della scultura e adottando tonalità intense, Benglis infonde nelle sue opere energia e dinamismo. Attraverso l'esplorazione dei materiali e la volontà di sfidare le convenzioni artistiche, la serie Pleats rappresenta un approccio audace e innovativo alla scultura. Integrando antichi modelli e reinterpretandoli in un contesto contemporaneo, Benglis crea opere che sono radicate nella tradizione e, al contempo, proiettate verso il futuro.

 

 

Le opere di Lynda Benglis rivelano un dialogo profondo con i capolavori di Gian Lorenzo Bernini, uno degli scultori più influenti del Barocco. Il dinamismo delle figure e dei drappeggi nelle creazioni dell’artista, specialmente riferendosi all'Estasi di Santa Teresa, evoca la maestria di Bernini nel catturare il movimento e nel creare composizioni drammatiche. Un esempio significativo è la fontana "North, South, East, West" di Benglis, realizzata in bronzo e acciaio e situata allo Storm King Art Center. Quest'opera può essere vista come una reinterpretazione contemporanea della "Fontana dei Quattro Fiumi" di Bernini a Piazza Navona, Roma. Entrambe lesculture integrano elementi acquatici e una scala monumentale, sottolineando l'interazione tra la scultura e l'ambiente circostante. Inoltre, il bronzo Cloak-Wave Pedmarks di Benglis richiama la teatralità e la complessità lineare della Tomba di Papa Alessandro VII di Bernini. Il modo in cui i drappeggi sono scolpiti e il senso di movimento che trasmettono in entrambe le opere contribuiscono all'impatto drammatico e all'interesse visivo. Attraverso l'analisi e la reinterpretazione dei capolavori di Bernini, Lynda Benglis si impegna in un dialogo continuo con la storia dell'arte, introducendo al contempo la sua visione contemporanea. Queste connessioni non solo rendono omaggio all'eredità di Bernini e ai suoi contributi nella scultura, ma esplorano anche nuove possibilità e sfidano i confini della pratica artistica di Benglis.

 

 

È evidente l'influenza precisa della scuola del Barocco italiano, in particolare delle opere di Gian Lorenzo Bernini, nelle sculture in marmo della serie Pleats di Lynda Benglis. La figura 31 presenta forme complesse e dinamiche che richiamano la tradizione barocca italiana. Originariamente concepite come fontane in miniatura da appendere al muro, queste sculture incarnano l'essenza dell'estetica barocca con strutture fluide e dettagli intricati. Il richiamo alla Tomba di Papa Alessandro VII di Bernini [fig. 30] emerge chiaramente nella ricca tavolozza di colori presente nelle opere in marmo di Benglis. Questa varietà cromatica amplifica l'impatto visivo e la vitalità delle sculture, richiamando le tonalità vivaci che caratterizzano il capolavoro di Bernini. Esaminando l'uso innovativo del colore e delle forme di Bernini, Lynda Benglis non solo rende omaggio alla tradizione barocca italiana, ma introduce anche una dimensione contemporanea nelle sue sculture. L'integrazione di una vasta gamma di colori aggiunge un livello di complessità e interesse visivo, trasformando le sue opere in un'esperienza estetica straordinaria e coinvolgente. La capacità della Benglis di reinterpretare e rielaborare le influenze del Barocco italiano, soprattutto il lavoro di Bernini, testimonia la sua profonda comprensione della storia dell'arte e la sua abilità nel tradurre queste influenze in un linguaggio artistico moderno e personale.

 

 

La recente serie Wings di Lynda Benglis [fig. 34] si distingue per un approccio innovativo, permettendo a ciascuna scultura di essere installata su una parete come parte di un trittico. Questa modalità di esposizione non solo crea una continuità visiva tra le opere individuali, ma stabilisce anche una connessione armoniosa tra di loro. In questa disposizione, le sculture di Benglis si inseriscono in un ambito iconografico che evoca il concetto delle antiche Grazie [fig. 32, 33].

 

 

 

Le Grazie, conosciute anche come le Tre Grazie o Cariti nella mitologia greca, erano spesso rappresentate come un trio di dee associate al fascino, alla bellezza e all'eleganza. Lynda Benglis esplora questo tema attraverso una scultura monumentale [fig. 35], che costituisce il punto di partenza della sua ricerca sull'iconografia e il simbolismo delle Grazie. Continuando la sua indagine, Benglis amplia ulteriormente la rappresentazione delle Grazie con l'opera esuberante Pink Lady [fig. 36], portando questo antico trio in un contesto contemporaneo e non convenzionale. Richiamando il trio antico e incorporandolo nelle sue sculture in marmo, Benglis si immerge in un dialogo con l'arte classica e la mitologia, infondendo la sua personale interpretazione ed espressione del contemporaneo. L'installazione della serie Wings in un gruppo di tre sculture evidenzia l'interconnessione e la continuità della sua esplorazione di questi temi, creando un'esperienza visivamente suggestiva e concettualmente ricca per gli spettatori.

 

 

Le sculture in marmo di Lynda Benglis esprimono una sorprendente leggerezza e delicatezza, nonostante la sostanza intrinseca del materiale. Questa caratteristica richiama le opere di Bernini, dove i drappeggi marmorei sembrano danzare con grazia nello spazio, sfidando la propria materialità. L'abile e sapiente utilizzo di marmi dai vari colori da parte di Benglis, insieme alle diverse texture di ciascun materiale, aggiunge profondità e sfumature alle sue sculture. L'enfasi sulle forme sinuose e sui dettagli meticolosi esalta l'aspetto complessivamente seducente e affascinante delle sue opere, conferendo loro un senso di presenza fisica e un "movimento dell'anima" straordinario. Lynda Benglis riesce a rappresentare in modo innovativo, colorato e dinamico le forme in movimento, estendendo e colmando lo spazio circostante. Attraverso la sua padronanza delle tecniche marmoree, l’artista evidenzia le qualità intrinseche del materiale e plasma le sue sculture senza imperfezioni. Le serie in marmo Torsos, Knots, Wings, and Pleats abbracciano l'intero spettro della storia dell'arte, incorporando elementi dalla ricerca greca e romana sulla figura umana e sul movimento, la perfezione del Rinascimento, l'energia dinamica del Manierismo e, soprattutto, la grandiosità e le composizioni cariche di emozione del Barocco. Abbracciando questi riferimenti storici e movimenti artistici nelle sue opere in marmo, Lynda Benglis dimostra la sua profonda comprensione della storia dell'arte, mentre spinge i confini con la sua visione contemporanea. Le sue sculture non solo omaggiano il passato, ma contribuiscono anche al dialogo in corso tra tradizione e innovazione nel campo della scultura marmorea.

 

 

 

 


 

 

BIBLIOGRAFIA:

F. GAUTHEROT, C. HANCOCK, S. KIM, LYNDA BENGLIS, CAT. EXHIBITION, LES PRESSES DU REEL, FRANCE, 2009-2011, P.140-146
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